Baiwa

Usi sotto l’attacco di fazioni violente e criminali che godono di solide coperture.

Il 18 settembre 2023 una banda armata di circa quaranta individui si è recata nei pressi dell’abitazione del presidente dell’Unione Sikh Italia che, sceso per chiedere conto delle minacce, è stato ferito. Suo genero, intervenuto in sua difesa, è stato accoltellato ed è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Udine. Altri esponenti di Unione Sikh Italia e della dirigenza del tempio Sikh di Pasiano hanno riportato ferite e contusioni a seguito delle percosse subite.

Si è trattato di un attacco premeditato, volto a impaurire la dirigenza dell’Unione Sikh Italia.

L’aggressione segue mesi di minacce e un vero e proprio attentato contro un garage di proprietà del presidente di USI, che nei giorni scorsi aveva provocato ingenti danni materiali.

Di fronte a questi gravissimi episodi la Questura di Pordenone non ha adottato alcuna misura nei confronti delle persone responsabili delle minacce, pure denunciate alle forze dell’ordine, preferendo impegnarsi in una inefficace strategia di mediazione che non considerava il fatto che vi era una comunità aggredita e un gruppo di aggressori. Questi ultimi si sono sentiti legittimati nel proprio agire e hanno proseguito nella loro azione violenta e provocatrice, fin ad ora totalmente impuniti.

Al tempo stesso denuncia i fatti di Pasiano con il timore, ormai più che fondato, che simili azioni possano ripetersi in altri centri Sikh e invita i loro responsabili alla massima vigilanza e a denunciare prontamente e senza indugio alle Autorità episodi, anche secondari, di violenza e minacce a esponenti dei centri aderenti all’Unione Sikh Italia.

L’Unione Sikh Italia, infine, denuncia il tentativo violento di colpire l’Unione per interrompere il percorso di radicamento in Italia e di riconoscimento giuridico. Auspica che gli inquirenti individuino al più presto i singoli e le organizzazioni responsabili di questa azione scelerata e fuori da ogni regola di civiltà e democrazia.

Per parte sua, USI resta fedele ai suoi scopi e rassicura tutti i centri aderenti che continuerà a fare valere i principi del genuino sikhismo che non è una bandiera politica, ma una fede da vivere con onorabilità, lealtà e rispetto per gli altri e per il paese che la ospita.

Scarica il comunicato dell’USI