Satnam Singh: il saluto del presidente dell’USI alla manifestazione del 25 giugno

“Un saluto a tutte e tutti da parte dell’Unione Sikh Italia.
Siamo qui per ricordare un nostro fratello, Satnam Singh, ucciso mentre lavorava in condizioni precarie e insicure, per sfamare la sua famiglia.
Satnam era uno di noi, un giovane Sikh immigrato in Italia che aveva trovato un’opportunità di lavoro nel settore agricolo. Lavoro faticoso e insicuro, sotto il ricatto dei caporali e senza prospettive. Ma era un lavoro.
L’Italia tutela il lavoro e i diritti di chi lavora, e noi ci aspettiamo che le istituzioni mantengano questo impegno solenne garantito dalla Costituzione. Chiediamo sicurezza, chiediamo diritti.
E tra questi c’è anche la libertà di praticare la nostra religione. Per noi Sikh gli uomini sono tutti uguali, senza caste e privilegi, ma tutti degni della loro vita e della loro esistenza.

La nostra religione impone solidarietà e predica la parità tra uomini e donne. Per questo i Sikh sono vicini a Sony e la sostengono. Chi lo nega o parla di ripudio vuole attaccare la moralità della nostra religione. Non lo permettiamo. L’Unione Sikh Italia è vicina a tutte le vittime di questo modello di organizzazione del lavoro, e tra queste c’è anche Sony.

I nostri templi sono luoghi aperti nei quali siamo pronti a promuovere corsi per la legalità e la sicurezza. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo. Lo diciamo agli amministratori, agli imprenditori, ai sindacalisti che oggi sono qui. Anche un tempio può essere uno spazio per segnare legalità e diritti. E per questo oggi siamo qui con tutti voi. Per chiedere giustizia, legalità, diritti”.