Il Sikhismo è una religione monoteista, nata nel XV secolo in seguito alla predicazione di Guru Nanak, e ora diffusa in tutto il mondo.
I suoi insegnamenti divini sono manifestati nel Sri Guri Granth Sahib Ji, il libro sacro della comunità.
Questo libro è considerato un Guru (maestro) vivente che si aggiunge agli altri dieci messaggeri di Dio che tra il XV e il XVIII secolo hanno stabilito i principi fondamentali della comunità.
Il 30 marzo 1699 il decimo di essi, Guru Gobind Singh Ji, con lo scopo di rafforzare le fondamenta del Sikhismo, fondò la comunità dei credenti Sikh (Khalsa). Secondo i suoi insegnamenti, al fine di sancire la propria sottomissione a Dio, il credente, sia uomo che donna quando ritiene di aver raggiunto un’adeguata maturità spirituale, deve eseguire il rito di ingresso formale nella comunità, l’ “Amrit Sanchar”. Fin dalla nascita, la desinenza “Singh” (leone) per gli uomini e il nominativo “Kaur” (principessa) per le donne indica l’appartenenza al popolo sikh.
Il credente Sikh – la parola significa “allievo” – deve coltivare le virtù dell’onestà, dell’ impegno nel lavoro e nei rapporti umani, della condivisione con gli altri di ciò che ha e della consapevolezza della divinità che permea l’esistenza. Rispettando la sacralità della persona umana e del creato, predica e pratica uno stretto vegetarianesimo.
La religione Sikh non svolge attività di proselitismo e in quanto messaggio di pace mostra rispetto verso le altre comunità di fede. I luoghi di culto sono aperti a persone di ogni altra religione ed ospitano eventi interreligiosi e intercuturali.
I Sikh riconoscono la parità di diritti tra uomini e donne che partecipano a pieno titolo alla vita della comunità e ai suoi riti. Le donne, se rimangono vedove, possono risposarsi.